Valerioon

martedì 29 maggio 2012

Rappresentanti e rappresentati

Ieri il grande Carlo Verdone ha rilasciato un'intervista dai contenuti condivisibilissimi (almeno dal mio punto di vista) riguardo alla drammatica differenza che c'è tra l'immagine che di Roma viene data nel film di Woody Allen, e anche in altri contesti, e quella che è la realtà della millenaria metropoli.
Oggi l'altrettano grande Vittorio Zucconi, nel suo post Roma, nun fa’ l’americana – Tempo Reale - Blog - Repubblica.it, riprende parte degli argomenti di Verdone sottolineando come non si possano sempre addebitare le colpe per lo stato critico in cui versa la città di Roma sui politici che si sono alternati alla sua guida.

Effettivamente Roma non è all'altezza di tante altre metropoli e capitali, occidentali od orientali che siano; non le fa assolutamente onore il suo stato di disordine, confusione e basso livello di vivibilità da parte del cittadino comune; si può andare poco oltre all'orgoglio tendente al romanaccio da "curva sud", nonostante la sua impareggiabile e innegabile bellezza nelle sue espressioni più conosciute (musei, fori, chiese, viali, etc...).
E di chi è la colpa ?  Per dirla alla Eugenio Scalfari: di tutti quegli 'italiani anarco-individualisti' per i quali il proprio interesse personale, o quello della famiglia viene sempre prima dell'interesse comune, e, quindi, non importa tanto chi viene eletto, o meglio, importa che non sia un pazzo esaltato di sinistra o un pazzo esaltato di destra, tanto, per il resto, Roma è un'entità che vive di vita autonoma, ed è con questa Cosa che il romano interagisce ogni giorno, lotta ogni giorno; è a lei che il romano si adegua ogni giorno ... e qui è il dramma.
Il politico romano è espressione di questo disinteresse a volte interessato, che, in media, a Roma domina, in un circolo vizioso che tiene incatenata la crescita civile della città.
Dalle singolarità nascono grandi cose, e lo stupore misto a orgoglio che queste grandi cose possono produrre nell'humus adattivo cittadino potrebbe costituire un importante volano per l'evoluzione di Roma.
Forse è un punto di vista un pò negativo, o rischiosamente grillinista ..., lo so, ma penso che solo quando a presentarsi per la gestione della millenaria metropoli sarà una singolarità, una alleanza politica nuova, motivata, ispirata, solo allora ci sarà qualche speranza che, a lungo termine, non bisognerà più adeguarsi.
Solo allora si ritroverà un orgoglio perso ormai da tempo.
Quanta disillusione !

Valerio

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